Prima che gli dei, per dimostrarci la loro benevolenza con doni abbastanza rari, ci hanno concesso la gioia del download digitale, conservavo mensilmente alcune milaLire (Poi €uro) da spendere in cd musicali, nei pochi ma ben forniti negozi della città dei Bruzi. Era un appuntamento non fisso, ma che cadeva con poco margine d’ errore almeno una volta al mese. Era un momento delicato, non potevo permettermi di prendere ciofeche, all’ epoca non c’ era internet, quindi mi attenevo ai consigli di amici, mio fratello, amici di mio fratello che in seguito diventarono anche miei amici, e barboni dell’ autostazione (Poi ho cominciato a mandare a fare in culo mio fratello, per quanto riguarda il lato musicale, quando ho attraversato il medioevo da metallaro adolescente). Questo rituale si è perso nel tempo, prima con l’ avvento dei masterizzatori (Quando venni fermato al liceo da un paio di tizi che mi chiesero “Chè me lo puoi passare Number of The Beast tarocco se ti do qualcosa dei Pantera??) e soprattutto per questioni economiche, ho deviato le spese materiali perlopiù in libri/fumetti e droga, tamponando la mia voglia di scoperte musicale, con il continuo flusso di dati digitali. Per non sentirmi un totale delinquente, per giunta in debito con gli artisti che hanno migliorato il mio umore salvandomi dal suicidio per innumerevoli volte e per aggiungere un’ altra fissazione alla mia già folta collezione di Fissazioni (Vedi la voce “Macchiè?“) ho deciso di comprare musica secondo una serie di variabili:
A) Alcuni gruppi è reato non avere una copia originale (Es. i Tùl)
B) Se vedo una band cazzuta dal vivo e ho soldi in tasca, devo avere il ciddì, e possibilmente farmelo autografare
C) Raptus
Ora ci soffermeremo sul raptus, ovvero il succo di questo post.
Circa una settimana fa, esco da casa della mia ragazza, e decido di comprare Rumore, dopo il caffè fumo una sigaretta strada facendo. Tirandomi i semafori gialli della Tiburtina, arrivo all’ altezza del cinema porno alchè mi salta in mente “Cazzo devo passare dalla legatoria a prendere la mia copia affettata di Watchmen (lì da luglio 2009) ma allo stesso tempo, il noto e letale effetto caffè + sigaretta si fa sentire. Con una svolta azzardata mi fiondo a casa e scappo al cesso, Rumore alle mani. Tranquillo mi accendo un altra sigaretta e sfoglio ciò che potrebbe interessarmi nelle recensioni, li mi balza all’ occhio un artwork minimale, chiaramente ispirato ad un manifesto mortuario. In genere mi fido finita la cacata nucleare tiptappo sulla tastiera cercando qualche informazione su internet. Apro il maispeis del suddetto Nicola Manzan e faccio partire Morte. Inizia con blastate di drum machine miste alla voce di una cagnetta. Così pezzo per pezzo mi arrapo e devo assolutamente avere l’ album, corro sul sito delle poste e controllo, ok ho 15 euro, e tra qualche click quì e li ordino il cd aspettandolo fremebondo. Aspetto qualche giorno tamburellando sul tavolo e pregustandomelo finchè mi arriva (Insieme a Comunicato N° 2 dei Fuzz Orchestra) e comincio a sentire st’ orgia delirante di tupppatuppatuppatuparurururupaappapapapa mista alla voce seria(?) dello speaker che illustra faccende grottescamente verosimili di muorti e stramuorti a là Mondo Cane (O molto simili, anche se ho il dubbio che qualcuna sia stata fatta ad hoc). Aspetto con ansia di vedere dal vivo il 3 marzo al Circolo degli Artisti (E non disdegno che ci sia anche il Teatro degli Orrori). Morale della favola ho pensato alla fine dell’ ascolto questo:
Ma nei cessi fake dell’ Ikea, ci sono le tazze? E soprattutto, gli addetti in polo gialla, hanno anche mansioni da dissuasori nel caso mi mettessi a pisciare in uno di questo lì fra una coppietta di neosposi e bambini nutellosi che smadonnano come dèmoni su un divano Skruvpast?